In un precedente contributo avevamo già avuto modo di vedere come funziona il voto degli italiani all’estero in termini generali. Quest’oggi ci concentreremo specificatamente sulle imminenti elezioni europee, con un vademecum più preciso di cosa deve fare chi vuole votare alle elezioni europee dall’estero.
Le elezioni europee del 2024 saranno in effetti un momento chiave per il futuro del Green Deal europeo e delle politiche climatiche dell’Unione. Negli ultimi cinque anni, la Commissione Von der Leyen ha proposto e costruito un quadro politico finalizzato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La prossima Commissione e il Parlamento europeo continueranno su questa strada, garantendo che gli obiettivi del 2030 necessari per scongiurare gli effetti più pericolosi del cambiamento climatico? E soprattutto, saranno in grado di rendere la transizione energetica sostenibile anche dal punto di vista socioeconomico?
I prossimi sabato 8 e domenica 9 giugno 2024 si terranno dunque anche in Italia queste importantissime elezioni europee. Potrà votare chiunque abbia compiuto 18 anni. I cittadini italiani residenti in un altro paese dell’Unione Europea possono scegliere di votare nel proprio paese di residenza UE qualora vengano soddisfatte determinate condizioni. In totale verranno eletti al parlamento Europeo settantasei rappresentati del Bel Paese.
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Legge elettorale per le elezioni europee
Secondo la legge elettorale europea, tutti i paesi membri devono utilizzare un sistema elettorale proporzionale. Ciò significa che la ripartizione dei seggi avviene in modo da garantire che le diverse liste ricevano un numero di seggi proporzionale ai voti ottenuti. L’Italia utilizza il voto di preferenza, che dà la possibilità agli elettori di indicare, all’interno della stessa lista, da una a tre preferenze, votando, in caso di due o tre preferenze, per candidati di genere diverso. una volta determinato il numero dei seggi attribuiti alla lista in ciascuna circoscrizione, risultano eletti i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti di preferenza. Il diritto di voto è esercitato dai cittadini con almeno 18 anni di età, mentre per candidarsi alle europee l’età minima è di 25 anni.
In Italia, la disciplina del sistema elettorale delle elezioni europee è contenuta nella legge n. 18 del 1979, modificata e integrata da provvedimenti successiva tra i quali, da ultimo, dalla legge 10 del 2009 (che ha -tra le altre cose- introdotto una soglia di sbarramento). In sintesi, si tratta di un sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4% e con possibilità di voto di preferenza. I seggi sono assegnati nel collegio unico nazionale, a liste concorrenti presentate nell’ambito di cinque circoscrizioni sovraregionali molto ampie (per le quali un candidato può presentarsi anche in più di una di esse).
La scheda elettorale è unica, si vota per una delle liste e si possono esprimere da una a tre preferenze. Sono ammesse all’assegnazione dei seggi le liste che hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 4% dei voti validi espressi. I seggi sono attribuiti proporzionalmente ai voti conseguiti in ambito nazionale da ciascuna lista, e quindi riassegnati alle circoscrizioni in proporzione ai voti ottenuti in ciascuna di esse. Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione, vengono proclamati eletti tutti i candidati che hanno raggiunto il maggior numero di preferenze.
I partiti da votare alle elezioni europee dall’estero
Alle elezioni europee si possono votare partiti o gruppi politici che abbiano regolarmente depositato il proprio simbolo presso il Ministero dell’Interno e abbiano successivamente presentato le proprie liste di candidati agli uffici elettorali istituiti presso le Corti d’Appello dei capoluoghi di circoscrizione. Le liste dei candidati devono essere sottoscritte da non meno di 30mila e non più di 35mila elettori della circoscrizione. Ciascuna regione all’interno del distretto deve essere rappresentata da almeno il 10% dei sostenitori.
I candidati alle elezioni europee, presentati nelle liste da ciascun partito o gruppo politico, sono i cittadini italiani che devono aver compiuto i 25 anni di età entro il giorno fissato per le elezioni. In alternativa, i cittadini di altri Paesi dell’Unione Europea residenti in Italia e iscritti nelle apposite liste aggiuntive devono possedere i requisiti di eleggibilità al Parlamento Europeo prescritti dall’ordinamento italiano e non devono essere stati interdetti dal diritto di eleggibilità nel proprio Paese di origine.
I principali partiti che si potranno votare alle elezioni europee 2024 sono: Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e Stati Uniti d’Europa. Vi alleghiamo per completezza un’immagine con tutti i simboli
Dove votare alle elezioni europee dall’estero?
Se hai trasferito la residenza in un altro Stato membro dell’Unione Europea e sei iscritto all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), puoi votare presso i seggi elettorali predisposti all’estero dalle Rappresentanze diplomatiche-consolari italiane di il paese in cui vivi. Il Ministero dell’Interno invierà un certificato elettorale alla tua residenza straniera che conterrà informazioni sul seggio elettorale, la data e l’ora della votazione. Ricorda che presso il relativo seggio elettorale dovrai presentare un documento d’identità valido e la tua tessera elettorale.
Se non ricevi alcuna tessera elettorale, dovrai rivolgerti al tuo consolato di riferimento per verificare la tua situazione elettorale. In alternativa, puoi scegliere di votare per i rappresentanti del Paese UE in cui risiedi, secondo le specifiche disposizioni dettate dalla legislazione del tuo Paese di residenza. Infine, se desideri votare in Italia, puoi farlo nel comune italiano in cui sei iscritto alle liste elettorali. Per farlo è necessario informare il sindaco del proprio comune della propria intenzione e presentare la tessera elettorale ricevuta per votare all’estero. Se invece vuoi votare per le elezioni europee dall’estero, ossia da un paese che è extra Unione Europea, puoi farlo solo nel comune italiano in cui sei iscritto.
Occorre registrarsi per votare alle elezioni europee dall’estero?
Se risiedi in un altro Paese dell’Unione Europea sei automaticamente iscritto nelle liste elettorali del tuo Comune di origine. Mentre se hai solamente dimora temporanea in un altro Paese dell’Unione Europea, risulterai automaticamente iscritto nelle liste elettorali del tuo comune italiano di residenza (e non di origine). Qualora invece fossi residente in un Paese extra UE, rimarrai iscritto all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) del tuo comune di origine e potrai votare solamente rientrando in quel Comune, previa ricezione di un avviso che informa della data e dell’ora della votazione.
Ausilio per elettori infermi o diversamente abili all’estero
Gli elettori degli ospedali e delle case di cura, iscritti nelle liste elettorali di qualsiasi comune del territorio nazionale, possono essere ammessi al voto nel luogo di ricovero, presentando la tessera elettorale e apposito certificato rilasciato dal sindaco su richiesta della persona interessata. Gli elettori affetti da grave infermità per i quali non è possibile uscire di casa possono esercitare il voto da casa durante l’orario di apertura delle votazioni, presentando un certificato sanitario rilasciato gratuitamente dall’ASL, previa richiesta al sindaco del comune.
L’elettore non deambulante, se registrato presso un seggio elettorale non accessibile, può esercitare il diritto di voto in altra sezione del comune ubicata in una località con caratteristiche adeguate, presentando un certificato medico rilasciato gratuitamente dall’ASL direttamente al presidente del seggio prescelto. Alcuni Comuni organizzano anche servizi di trasporto pubblico per facilitare il raggiungimento del seggio elettorale alternativo.
Gli elettori portatori di handicap possono esercitare il diritto di voto con l’assistenza di un altro elettore del proprio nucleo familiare o di un diverso accompagnatore eventualmente iscritto nelle liste elettorali di qualsiasi comune italiano. A tal fine è necessario presentare la documentazione sanitaria rilasciata gratuitamente dall’ASL. In alternativa è possibile ottenere presso l’ufficio elettorale del proprio Comune l’iscrizione permanente sulla tessera elettorale del “diritto al voto assistito“. Gli elettori non vedenti possono accedere al voto assistito presentando il relativo libretto nominativo rilasciato dall’INPS.
Votare alle elezioni europee dall’estero per posta
Alle elezioni europee non si applica il sistema del voto per corrispondenza: gli elettori italiani aventi diritto che per motivi di lavoro o di studio soggiornano stabilmente o temporaneamente in un altro Paese dell’UE (nonché i familiari conviventi con elettori temporaneamente residenti negli stessi Paesi dell’UE) possono recarsi presso i seggi elettorali designati istituiti dalla rete diplomatica e consolare. Non è possibile nemmeno votare online alle elezioni europee in Italia, ed è altresì vietato il voto per delega.
I temi centrali per i cittadini alle elezioni europee 2024
Secondo gli ultimi sondaggi i cittadini europei vorrebbero che la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, oltre che il sostegno alla salute pubblica fossero i principali temi in discussione durante la campagna elettorale. Il sostegno all’economia e la creazione di nuovi posti di lavoro, nonché la difesa e la sicurezza dell’UE figurano invece entrambi al terzo posto di questa speciale classifica di gradimento. Anche l’importanza che i cittadini attribuiscono alla difesa e alla sicurezza dell’UE è aumentata nel corso della legislatura, soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Quasi tre quarti dei cittadini affermano che le azioni dell’UE hanno un impatto reale e diretto sulla loro vita quotidiana, compreso un quinto il quale sostiene che tali azioni hanno un impatto addirittura “molto rilevante”. La grande maggioranza degli europei concorda sul fatto che il proprio Paese, nel complesso, tragga vantaggio dall’adesione all’UE (con una rilevazione in tal senso del 71%). Questi risultati sono rimasti piuttosto stabili rispetto all’autunno del 2023 e continuano a godere di livelli decisamente elevati in tutta l’Unione Europea.
Secondo un sondaggio Ipsos, a livello europeo, tra le questioni più sentite tra chi ha già deciso di andare alle urne figura anche la lotta al cambiamento climatico. Indicato come tale ben da quasi i due terzi dei danesi e dei portoghesi intervistati. Per polacchi, cechi e finlandesi, invece, la questione non è altrettanto prioritaria. La consapevolezza nei confronti del cambiamento climatico è trasversale a tutte le fasce d’età, ma solo un terzo degli elettori europei intervistati ritiene che l’UE abbia avuto effetti favorevoli sulla protezione ambientale.
Quali sono le tendenze al voto europeo?
Le elezioni del Parlamento europeo del 2024 vedranno un importante spostamento a destra in molti paesi, con i partiti populisti della destra radicale che guadagneranno voti e seggi in tutta l’UE, e i partiti di centrosinistra e dei verdi che probabilmente ne perderanno. I populisti antieuropeisti (o comunque gravemente critici dell’UE) risulteranno in testa ai sondaggi in addirittura nove stati membri (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia) ed arriveranno secondi o terzi in altri nove paesi (Bulgaria, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia). Secondo le ultime previsioni, quasi la metà dei seggi saranno occupati da eurodeputati esterni alla “super grande coalizione” dei tre gruppi centristi.
All’interno del Parlamento europeo, una coalizione populista di destra composta da cristiano-democratici, conservatori ed eurodeputati della destra radicale potrebbe emergere come la maggioranza per la prima volta. Questa “brusca svolta a destra” avrà probabilmente conseguenze significative per le politiche a livello europeo, che influenzeranno le scelte di politica estera che l’UE può fare nel breve termine, ed in particolare sulle questioni ambientali, dove tale nuova maggioranza si opporrebbe all’ambiziosa azione dell’UE per affrontare il cambiamento climatico entro il 2050.
Su tale frangente, in Italia, Salvini ha criticato duramente Von der Leyen anche usando la protesta dei trattori per lanciare il proprio messaggio politico: “Gli agricoltori che scendono in piazza in tutta Europa hanno problemi con l’attuale Commissione europea, la commissione von der Leyen da questo punto di vista è disastrosa”, soprattutto “sul fronte del lavoro e dei diritti” e per “folli politiche pseudo-verdi”. Questo è un affondo che potrebbe diventare un vero grattacapo per Meloni, non tanto per un ingresso maggioritario al Parlamento Ue dei Conservatori e Riformisti europei (ECR), quanto piuttosto per gli scenari che potrebbero aprirsi in Assemblea.
Nella scelta del prossimo presidente della Commissione Ue saranno infatti decisivi gli equilibri tra i 27 governi Ue, ed è su questo fronte che la Meloni sta cercando di ritagliarsi un ruolo di peso. Avere contro di sé il principale alleato della maggioranza a livello nazionale potrebbe diventare un elemento di instabilità per la strategia del premier italiano.
Conclusioni sulle elezioni europee 2024
Consideriamo che da questa tornata elettorale potranno votare per la prima volta più di 23 milioni di nuovi elettori europei. L’UE punta fermamente sui giovani per confermare la tendenza al rialzo dell’affluenza alle urne; nel 2019 infatti, il loro voto è stato il fattore cruciale per far registrare la più alta affluenza alle urne mai registrata dal 1994.
Dall’analisi della composizione del Consiglio Europeo si osserva una notevole differenza con l’equilibrio politico del 2019. Tuttavia, non si prevede che gli equilibri politici interni cambino molto nei prossimi mesi. Indubbiamente, i paesi guidati da governi di centro-destra o di destra manterranno la maggioranza nel Consiglio europeo come lo è già da anni. Considerando le dinamiche passate, la composizione del Consiglio europeo non costituirebbe di per sé un ostacolo all’elezione di un presidente della Commissione che continui il lavoro svolto negli ultimi anni in termini di Green Deal europeo, ma potrebbe ridurre l’ambizione del prossimo presidente della Commissione sul clima.
Per avvicinare i giovani alle istituzioni, cinque Paesi hanno inoltre abbassato l’età per votare alle elezioni europee: sedici anni per Austria, Germania, Belgio e Malta, e diciassette per la Grecia. Nonostante ciò, nel 2019 sono stati eletti solo sei deputati di età inferiore ai trent’anni. L’esiguo numero di giovani deputati è in parte attribuibile all’età minima richiesta per essere eletti: ventuno in nove stati, ventitré in Romania e venticinque in Grecia e Italia. Abbassare l’età per votare è la battaglia di Maria Rodriguez Alcazar, presidente del Forum europeo della gioventù, la quale sottolinea l’importanza di avvicinare la politica e i giovani il prima possibile.