HomeEditorialiAmore Senza Frontiere: l'educazione sentimentale all'Estero

Amore Senza Frontiere: l’educazione sentimentale all’Estero

In Italia le questioni educative sono sempre state un terreno fertile per dibattiti appassionati. L’ultimo capitolo di questa saga riguarda l’annunciato piano di educazione sentimentale nelle scuole, una proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Questa iniziativa ha sollevato un mare di polemiche, ma questo non mi stupisce, siamo in Italia. Rimango allibito nel vedere come un progetto che prevede l’introduzione nelle scuole superiori di un corso extra curricolare dedicato all'”Educazione alle relazioni”, per un totale di dodici incontri annuali, possa destare malumori.

Con l’approccio proposto da Valditara è eccellente, ma è altresi ovvio che non è per nulla facile. Ci troviamo, infatti, di fronte a una nuova sfida educativa. È un tema che non solo riguarda l’educazione dei nostri giovani, ma anche il modo in cui la società italiana si confronta con questioni delicate (molto delicate!) come le relazioni di genere e la violenza sessuale. Proprio per questo, mi prodigo in un consiglio non richiesto al ministro. Forse sarebbe meglkio scegliere con maggiore oculatezza i propri collaboratoti… difficile ignorare le controversie suscitate dalla figura di Alessandro Amadori, consulente del ministro e autore di teorie discusse sulla guerra dei sessi: in un capitolo viene teorizzata la “cattiveria delle donne” evocando il rischio di una “ginarchia”.

Per approcciare il problema in maniera saggia è, forse, fondamentale capire come il problema è stato affrontato nel resto d’Europa. In quanto italiani all’estero, siamo forse i più indicati a spiegare come queste dinamiche vengono affrontate all’estero.

Ecco alcuni esempi da cui mi auguro il governo prenda spunto.

In Svezia, ad esempio, l’educazione sessuale è parte integrante del curriculum scolastico dal 1955, un vero e proprio modello di riferimento. Qui, l’approccio non si limita alla sfera biologica, ma abbraccia temi come amore, relazioni, consenso reciproco e diritti umani. I docenti, inoltre, hanno l’obbligo di ricevere formazione specifica e di accedere a linee guida e corsi di aggiornamento.

In Austria, l’educazione sessuale è obbligatoria e interdisciplinare, integrata in diverse materie scolastiche. Il curriculum, curato dal Ministero dell’Istruzione, affronta temi come gravidanza, contraccezione, amore, ruoli di genere, violenza sessuale e domestica. A Salisburgo, un Centro federale per l’educazione sessuale contribuisce allo sviluppo dei materiali didattici.

Anche in Germania, l’educazione sessuale è obbligatoria dalla scuola primaria. Qui, i programmi scolastici non si limitano alla biologia, ma includono questioni relazionali, ruoli di genere e matrimonio. I genitori sono informati ma non possono esonerare i loro figli dalle lezioni. Tuttavia, la formazione specifica per i docenti è meno strutturata rispetto ad altri Paesi.

In Albania, l’educazione sessuale è basata sui diritti umani. Il programma “Competenze per la vita ed educazione sessuale” è incluso in materie come biologia, educazione sanitaria ed educazione fisica, coprendo diverse fasce di età. Dal 2011, c’è un programma di formazione specifico per gli insegnanti, che dura 110 ore.

Nel Regno Unito, l’educazione sessuale e relazionale è obbligatoria nelle scuole pubbliche e private a partire dagli 11 anni. Le scuole hanno la responsabilità di assicurare che gli insegnanti siano adeguatamente preparati, con programmi e materiali didattici spesso sviluppati da ONG o organizzazioni religiose.

In Estonia, l’educazione sessuale è stata introdotta nel curriculum delle scuole primarie nel 1996 e il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ne è ufficialmente responsabile. Si tratta di una parte della materia dell’educazione personale, sociale e sanitaria, con un’enfasi sugli atteggiamenti e sullo sviluppo delle capacità comportamentali.

In Finlandia, l’educazione sessuale, che va dai 7 ai 17 anni, è parte degli studi ambientali nella scuola primaria e successivamente dell’educazione sanitaria. I temi trattati sono vari e approfonditi, e tutti gli insegnanti ricevono una formazione in educazione sessuale come parte del loro programma di formazione universitaria.

In Repubblica Ceca, l’educazione sessuale è supportata dalla legge ed è obbligatoria sia nelle scuole primarie che secondarie. Tuttavia, le scuole godono di una certa autonomia nella scelta dei contenuti da insegnare. I genitori possono inoltre dialogare con la scuola sugli argomenti che preferiscono vengano trattati, permettendo una certa flessibilità nell’approccio.

La Spagna, nel 2022, ha compiuto un passo significativo con l’approvazione della legge sulla libertà sessuale. Questa legge prevede l’educazione sessuale, l’educazione sull’uguaglianza di genere e affettivo-sessuale in tutti i cicli scolastici, e rende l’educazione sessuale obbligatoria anche in corsi universitari legati alla salute, all’educazione e al diritto.

In Francia, dal 2001, le scuole hanno la responsabilità di educare gli studenti all’uguaglianza di genere e alla sessualità con almeno tre lezioni annuali. Tuttavia, la sua applicazione non è stata del tutto efficace, portando alcune associazioni a citare il governo per la sua scorretta attuazione.

In contrasto con questi esempi, l’Italia rimane indietro, assieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania, senza una normativa che renda l’educazione sessuale obbligatoria. Questa mancanza si riflette anche nel report dell’istituto tedesco, dove l’Italia non dispone di una scheda dettagliata.

A livello globale, secondo un’analisi dell’UNESCO su 50 nazioni, solo il 20% ha una normativa sull’educazione sessuale, e solo il 39% ha adottato iniziative specifiche al riguardo. L’educazione sessuale è obbligatoria nella scuola primaria nel 68% dei casi e nel 76% nella secondaria. Inoltre, otto paesi su dieci forniscono formazione specifica in educazione alla sessualità agli insegnanti.

Per l’Italia, il dibattito rimane aperto, e osservando questi modelli internazionali, mi auguro si possa trarre ispirazione e lezioni importanti per sviluppare un programma di educazione sentimentale adeguato e progressista. Chiedo troppo?

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