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Giustizia Giusta

Nel nostro amato Bel Paese, le vicende politiche e giudiziarie non smettono mai di sorprerenderci. Recentemente, il dibattito sulla giustizia in Italia ha preso una svolta decisamente divertente e paradossale. Non una novità per le persone che osservano l’Italia da fuori.

Prendiamo ad esempio le recenti dichiarazioni del ministro della Giustizia, Nordio. Era noto per la sua propensione a ridurre le pene, depenalizzare i reati, snellire i processi e limitare l’uso del carcere. Tuttavia, le azioni recenti del governo sembrano contraddire direttamente questi principi. Si è assistito all’aumento delle pene massime, alla creazione di nuovi reati, e all’ingolfamento delle procure e dei tribunali, realizzando così quel “panpenalismo” che il ministro voleva evitare.

In un anno il governo ha inventato o aggravato i seguenti reati: rave party, abbandono di rifiuti, omicidio nautico, lesioni nautiche, traffico di migranti, violenza contro personale sanitario e scolastico, reato universale di gestazione per altri, dispersione scolastica, furti di donne incinte o madri di prole fino a un anno, incendi boschivi, occupazione abusiva di immobili, guida in stato di ebbrezza o con uso di cellulare, rifiuto di esibire documenti di guida, parcheggio in aree disabili, spaccio minorile, istigazione all’accattonaggio, imbrattamento di edifici pubblici con vernice lavabile e molto altro….

Mi direte: ma quelle cose non si fanno. Giusto! Non si fanno e vanno punite. C’è solo un problema, queste cose sono punite dalla notte dei tempi sotto altri nomi. Avevamo davvero bisogno delll’accumulo di nuove categorie di reati? Ho più di qualche dubbio sulla loro effettiva necessità e sulla possibilità di gestirli in modo efficace.

La sicurezza si ottine aumentando gli agenti, il personale sulle strade, dando più mezzi alle forze dell’ordine, alleggerendo i carichi degli uffici giudiziari, riducendo il numero dei processi e così mia. Questa è la strada. La unica srada. Mettiamocelo bene in testa.

Un aspetto particolarmente preoccupante è il trattamento dei cosiddetti crimini dei colletti bianchi. Contrariamente ai crimini di strada, questi reati, che danneggiano lo Stato in modo significativo (molto di più dei ladruncoli), sembrano essere trattati con più indulgenza. Reati come l’abuso d’ufficio, l’evasione fiscale e il traffico d’influenze vengono depenalizzati, e addirittura la corruzione e altre infrazioni simili sono escluse dal carcere obbligatorio.

Per noi, italiani all’estero, questo riflette un’immagine ambivalente e ambigua della giustizia in Italia. Da un lato, c’è il desiderio di un sistema giudiziario più efficiente e meno oppressivo. Dall’altro, la realtà ci mostra un approccio che sembra favorire chi ha risorse e potere, a scapito di chi non ne ha. Gli slogan a scapito delle azioni.

Questi sviluppi ci mostrano quanto sia complesso e sfaccettato il panorama giudiziario e politico italiano. Da lontano, possiamo solo sperare che il nostro paese trovi un equilibrio giusto tra sicurezza e giustizia, tra prevenzione del crimine e tutela dei diritti civili. Restiamo sempre connessi alla nostra terra, sperando in un futuro in cui la giustizia sia veramente al servizio di tutti, senza distinzione.

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